2022-Odissea nel Diritto: / Sulla Prescrivibilità della Cannabis Terapeutica in Italia tra dissonanze Cognitive, Distopie Sanitarie e Discronie Costituzionali

And’ cosi: da una parte ci sono le Leggi (che una volta erano persino all’avanguardia), ci sono decenni di evidenze scientifiche, di studi clinici e osservazionali, c’è la conoscenza neurobiologica che, a partire dal sistema endocannabinoide e dal ruolo della Cannabis ha generato nuove prospettive in medicina umana e veterinaria che in altri paesi vengono da tempo praticate.

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Dall’altra c’è quel campo di realtà che ancora oggi in Italia, e specialmente in Sicilia, segna l’ambito della Medicina del Sistema Endocannabinoide e soprattutto le procedure di prescrivibilità delle preparazioni a base di Cannabis.

And’ un campo di realtà, lo sanno bene i tanti pazienti cannabici e chiunque sia un minimo attento alla problematica, attraversato dallo STIGMA della DROGA e dall’introiezione, anche inconsapevole, degli ASSUNTI di BASE dell’ideologia proibizionista. Ed un ambito caratterizzato da profonde differenze tra Regione e Regione, nonostante la presenza di una Legge nazionale.

Quasi un secolo di oscurantismo in medicina, sulla ricerca dei meccanismi di azione della cannabis e sulle funzioni neuro-biogiche dei cannabinoidi, ha prodotto in effetti delle conseguenze che arrivano ogni giorno sino a noi, generando bolle di realtà in cui è difficile ritrovare quell’evoluzione scientifica e medica che daltra parte, si è compiuta.

Persino nelle U.U. O.O. del nostro grande e variegato Sistema Sanitario Nazionale, le stesse che potrebbero e dovrebbero prescriverla nel Trattamento del Dolore e di tutti quei disturbi e patologie per cui la Legge (quella che in teoria c’è) ne prevede l’impiego, può capitare ( e chi scrive, scrive per esperienza personale) di respirare un clima daospedale militaredel secolo scorso

.

Un clima daistituzione totale”, come totalitarista è l’ideologia proibizionista che la attraversa. Dove il rigido rispetto che si deve alprotocolloed allaproceduraviene per definizione prima al rispetto dovuto alla persona ed alla cura della stessa.

E qui veniamo alla Dissonanza Cognitiva: si prova effettivamente una strana sensazione, come un blocco del pensiero che si paralizza di fronte ad una forza sovrastante, nel vedere la Cannabis Farmaceutica trattata quasi come fosse una sostanza letale o radioattiva(?) !

Proprio da chi dovrebbe conoscerne natura biologicamolecolare, principi attivi e meccanismi di azione a livello neuro-cellulare.

E fa ancora più impressione se, magari, da anni ci si cura con le infiorescenze di quest’erba e , magari, nel corso di questi anni ci si è tenuti aggiornati sul tema. Si diventa Pazienti Scomodi e il clima Distopico può arrivare a quel punto a farti sentire in una caserma invece che in un unità ospedaliera di Terapia del Dolore. L’esperienza del Paziente non conta niente, e così l’esperienza che il paziente ha del proprio corpo e della propria sofferenza. Anzi su di lui incombe il pregiudizio dell’inattendibilità e della colpevolezza: il reato che segretamente gli viene ascritto è quello di desiderare una terapia a cui non ha diritto sino a prova contraria di assoluta necessità, con tanto di certificazioni e marche da bollo , o costosi passaggi da Specialisti in Carriera con tanto di Studio Griffato.

Poco importa se quella terapia tanto desiderata è priva di effetti collaterali e ricca di effetti neuro-rigenerativi e protettivi. Il pregiudizio di colpevolezza sul Paziente che desidera curarsi con la Cannabis è ancora troppo diffuso nel nostro sistema sanitario e sociale : se ambisci ad un Piano Terapeutico a carico del Sistema Sanitario, potenzialmente sei colpevole di richiederlo senza averne diritto. Peggio del Reddito di Cittadinanza.

La quantità di burocrazia, regalo del Decreto Lorenzin, prevarica qualsiasi reale libertà di scelta della migliore opzione terapeutica, rendendoquasiimpraticabile quel Diritto alla Cura che in teoria la Legge riconosce. Mentre per assurdo a questi criteri restrittivi sulla Cannabis Terapeutica si accoppia una leggerezza nella prescrizione varie categorie di farmaci i cui principi attivi hanno innumerevoli effetti collaterali alcuni dei quali letali. Sulla strada per un Piano Terapeutico con la Cannabis troverete infatti innumerevoli prescrizioni preliminari di OPPIOIDI, ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI, ANTIDEPRESSIVI, ANESTETICI, CORTISONICI, ANTICONVULSIVANTI.

Medicinali che per quanto soggetti in alcuni casi ad una stringente legislazione, e per quanto contenenti Principi Attivi tristemente noti per gli effetti collaterali

e per la dipendenza che possono creare, vengono dispensati alcolpevolepaziente fino ad avere l’eventuale prova inconfutabile dell’assoluta necessità della Cannabis e della mancanza di una valida alternativa terapeutica.

Funziona così. E se superi tutte queste prove, se dimostri inconfutabilmente la tuainnocenza” , carte alla mano ed effetti collaterali sulla pelle, allora ci riuscirai.

Avrai la tua Terapia, il tuo Piano Terapeutico e per qualche mese, disponibilità di prodotto permettendo, dovresti stare tranquillo, come una specie di ritorno all’equilibrio, un temporaneo ritorno al proprio tempo ed alla propria casa. Perché ci si sente fuori dal tempo e senza tetto quando manca la cura che il nostro corpo riconosce come efficace.

Ma non c’è da illudersi, l’odissea non sarà finita. Nemmeno allora. Ci sarà ancora da attraversare quel mare che ci separa dalla sponda del Diritto dal quale la Cannabis, tutta senza distinzioni, è stata separata nel 1990 con la Legge 309.

Ci sarà da raggiungere l’obiettivo di una Nuova Legge sulla Cannabis, che metta insieme il Diritto Universale di Autocoltivazione con il Diritto alla Cura dei pazienti. Ci sarà da investire milioni nell’economia liberata di questa pianta invece che sperperare risorse in deliranti Lotte alla Droga. Perché la Cannabis è la prima e più potente arma contro il mercato criminale delle droghe e contro l’uso di sostanze stupefacenti letali. Basterebbe legalizzarla. Ci sarà da ricucire le ragioni spezzate della Canapa Industriale e di quella con il THC. Ci sarà da dare la possibilità alle associazioni di consumatori di cannabis di potersi organizzare in forme di coltivazioni collettive. Ci sarà da fare questo e molto altro prima di potere approdare su un terreno sicuro e nuovo per il Diritto di Cannabis in Italia. And, solo allora, forse, potremo sentire, noi che amiamo questa pianta, di tornare ognuno nella propria liberata isola di benessere, come in un grande arcipelago dove il tempo può tornare a scorrere senza blocchi e oppressioni. Come ITACA liberata dai Proci.

Esseì dall’Isola che non c’era >*

 

 

 

 

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