O, se preferite, sembra che abbia iniziato a fiorire come uno Strain Autofiorente a Fioritura Ultra – Rapida >>*
Prima In Commissione Giustizia viene votato (finalmente) il testo base sulla proposta di regolamentazione dell’AUTOCOLTIVAZIONE di Cannabis ( 4 piante), che potrebbe forse segnare l’inizio della dismissione della 309 del 90, la legge tossica di Craxi e di Muccioli, la legge medievale del regime morale, la legge che ha devastato un numero incalcolabile di giovani vite.
Rappresentando forse il primo piccolo passo nel cammino di Sprigionamento del Diritto di Cannabis in Italia.
E poi, pochi giorni dopo, il Lancio del #referendumcannabis, per costringere, in caso di riuscita, il Parlamento a riformare la legge.
Come in una sorta di “Tenaglia Macedone”, la strategia militare dell’attacco del nemico da lati opposti.
Un Referendum in cui, grazie all’emendamento del DL Semplificazioni, è possibile per la prima volta raccogliere le firme attraverso una piattaforma digitale.
Potremmo definirlo “Il Primo Referendum Autofiorente della Storia italiana“.
Più di 100.000 sottoscrizioni nel primo giorno di raccolto.
E quasi la metà dell’obbiettivo della campagna (500.000 FIRME) raggiunto nelle prime 48 ore!!
Devo confessare che non sembra neanche vero, sembra quasi un sogno.
Ma d’altro canto è pure vero che qui, su 0nAir Planet, siamo fatti così: siamo quelli che pensano che i Sogni non siano altro che il Risveglio da certi Incubi della Realtà.
E dunque, aiutiamoci reciprocamente ad avere un Buon Risveglio >*
Dai >*
Si PUO’ firmare on-line, si accettano SPID e Firme Digitali.
Q u a n d o s i c o n o s c e u n a c o s a d a l P r i n c i p i o, e la si è vista crescere, ci si rende subito conto dei cambiamenti che manifesta. E’ il caso della Secret Cup Napoli, che arrivata quest’anno alla Quarta Edizione, cambia passo e si rilancia come Iniziativa Politica & di Attivismo Cannabico, punto di riferimento reale per il Diritto di Cannabis in Italia >*
La manifestazione si svolge ogni anno a Napoli, con il principale scopo di diffondere e attuare pratiche di resistenza contro ogni forma di proibizionismo e restrizione.
Ogni anno decine di competitors si incontrano e mettono a valore il frutto del proprio lavoro in uno spazio creato dal basso, principalmente grazie al lavoro volontario di tantissimi ragazzi, il cui scopo principale è la creazione di una competizione pulita e nata dalla spinta di una volontà collettiva finalizzata allo sdoganamento di una questione che altrimenti non avrebbe ragione di esistere in un sistema politico, come quello italiano, che condanna indiscriminatamente ogni forma e uso di sostanze legate alla cannabis e ai suoi derivati.
Secret Cup Napoli si propone inoltre, anche attraverso la propria pagina Secret Cup Napoli di dare rilevanza pubblica, non solo all’evento e alla competizione in sè, ma alla definizione di una questione, considerata ancora oggi un tabù. Lo scopo è moltiplicare pratiche, condivise, legate al discorso sulla marijuana, supportato da una narrazione politica che dia rilevanza a forme di resistenza contro tutto il discorso sul proibizionismo.
Quest’anno ne abbiamo approfittato per scambiare qualche riflessione con Adriano, anche sulla attuale situazione italiana e sulle contraddizioni di un settore e di un ambiente, dove tutti sembrano guardare solo al proprio metro quadrato di orticello. E sulla più generale crisi economica e sui suoi nessi con le leggi proibizioniste.
E quello che ci ha detto il sorprendente Capitano di Legalized, va ben oltre la sua ben nota intelligenza e acume. A proposito dell’enorme massa di economie individuali massacrate, in maniera sommersa, dalle leggi e dalle logiche proibizioniste e dalla negazione del Diritto di Coltivazione, la prospettiva “geniale” e degna di una Lezione Universitaria di Sociologia Economica, è quella di pensare e di considerare esplicitamente l’Economia Pubblica, cioè la macro-economia italiana, dominata dalla crisi, come “effetto” delle tante Economie Individuali, la micro-economia del cittadino comune, “strozzate” e rese dipendenti dal narco-traffico e dall’illegalità e schiave del denaro.
LA CRISI COMPLESSIVA DELL’ECONOMIA ITALIANA CO-GENERATA DA UN SISTEMA GIURIDICO CHE NEGA AI CITTADINI LA POSSIBILITA’ DI COLTIVARE “ECONOMICAMENTE” LA LORO PIANTA PREFERITA.
In questo senso Realtà come LEGALIZED sono in Italia un esempio concreto di Attivismo Cannabico reale, con la forza di un messaggio storico: “Non vendere ciò che coltivi”! e con la difesa della Coltivazione Personale preferita a qualsiasi forma di commercializzazione e distribuzione controllata. Ci sono vari modi di portare avanti le proprie idee e i propri ideali e di “lottare” per ciò che si ritiene un proprio “diritto”. Così come ci sono molti modi di condurre un’impresa e di gestire un’attività commerciale. Il modo di Legalized l’ho scoperto 4 anni fa, all’inizio della mia avventura con 0nAir, e ne sono rimasto subito impressionato! E’ la verità. La loro, per quanto ho avuto modo di sperimentare in questi anni, è coerenza pura tra il dire e il fare. Una merce rara di questi tempi.
Coerenza tra il pensare e l’agire, tra stomaco, cuore e cervello. Ed è questo modo che si riflette nella natura e nello spirito della Secret Cup Napoli e la rende unica. Un evento la cui portata va ben oltre l’indiscutibile valore delle genetiche e delle estrazioni in competizione. Un evento dove la Vittoria è concepita come capacita’ di superare i propri limiti, più che di portare a casa un trofeo.
Perchè solo così “ la Vittoria è uno Sballo” >*
Di seguito il Tabellone della Competizione con i Vincitori per le varie Categorie.
La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell’umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall’Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l’80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l’umanità abbia mai fatto uso.
E poi, cosa è successo? E’ successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell’agricultura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.
I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil – Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per formare un’alleanza sufficientemente forte per batterlo.
L’unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un’operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace (“droga del diavolo”, “erba maledetta” ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della cannabis (a sin. la locandina del fim “Marihuana: assassina di giovinezza – Un tiro, una festa, una tragedia”).
La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perchè pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso “Marijuana Tax Act” del 1937, tutt’ora in vigore, non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa: sarebbe stato il genio di Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l’occasione.
Fatto sta che a partire da quel momento Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar, sono tutti marchi originali Dupont), il mercato dell’automobile si indirizzava definitivamente all’uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza.
Al coro di benefattori si univa in seguito il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all’improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della cannabis stessa.
E le “multinazionali” di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, non sono che le discendenti dirette di quella storica alleanza, nata negli anni ’30, fra le grandi famiglie industriali. (Nel caso qualcuno si domandasse perchè mai la cannabis non viene legalizzata nemmeno per uso medico, nonostante gli innegabili riscontri positivi in quel senso).
Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.
Abbiamo fatto l’affare del secolo.
Scritto da Massimo Mazzucco per luogocomune.net
Massimo Mazzucco, regista e giornalista italiano, gestisce dal 2003 il sito web Luogocomune.net, impegnato nella divulgazione di teorie del complotto.
Nel 2011 ha scritto e realizzato il video La vera storia della Marijuana.
Fonte: Luogocomune.net