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L’erba del vicino – Presa Diretta Rai Tre puntata del 14|set|14
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Liberarsi dai vampiri>*
Liberiamoci anche in Italia dai parassiti che infestano la nostra macchina del DIRITTO e la NOSTRA ECONOMIA.
LIBERIAMOCI DAI …VAMPIRI PROIBIZIONISTI >*
NON è MAI TROPPO TARDI PER SPRIGIONARE L’ENERGIA DELLA LUCE….NON è MAI TROPPO TARDI PER TORNARE A RIVEDERE IL SOLE >*
In tutto il mondo sono evidenti i disastrosi effetti della cosiddetta “guerra alla droga”. Il proibizionismo in ottanta anni di politiche assolutistiche e repressive ha prodotto più danni di quanto l’oppio avrebbe potuto produrne in mille anni. Sulla Cannabis poi oltre il fallimento di qualsiasi impostazione proibizionistica c’è da segnalare come già da tempo, da quasi un ventennio, negli USA e in Europa si è preso atto dell’esigenza di considerare i CANNABINOIDI per quello che sono: una classe di sostanze, che hanno un corrispettivo endogeno, essenziali per il benessere psico-fisico-cellulare dell’organismo umano. E di considerare la CANNABIS per quello che è: una pianta UNICA dalle innumerevoli potenzialità, nutritive, energetiche, mediche, industriali…
Solo negli USA negli ultimi anni questa inversione di tendenza ha sprigionato un economia da 4/5 miliardi di dollari. Il proibizionismo è una patologia dell’economia democratica. Una forma di parassitismo istituzionale che brucia risorse e vite umane e produce buchi da milioni di euro. Liberiamoci anche in Italia da questo “cancro” della democrazia. L’Europa lo richiede ormai da anni ai nostri politici, e presto noi tutti pagheremo una salata multa per le condizioni non dignitose delle prigioni italiane, che sono piene di persone arrestate per cannabis!
Liberiamoci anche in Italia dai parassiti che infestano la nostra macchina del DIRITTO e la NOSTRA ECONOMIA.
LIBERIAMOCI DAI …VAMPIRI PROIBIZIONISTI >*
NON è MAI TROPPO TARDI PER SPRIGIONARE L’ENERGIA DELLA LUCE….NON è MAI TROPPO TARDI PER TORNARE A RIVEDERE IL SOLE >*
Il Growing come percorso di Liberazione Personale
La LIBERTA’ viene dal nostro cuore, lo scopriamo ogni giorno, quando di fronte alle IMPOSSIBILITA’ dettate dal SISTEMA ESTERNO, decidiamo invece di lottare e di inventarci un modo per NON SMETTERE DI ESSERE NOI STESSI.
E’ una lotta combattuta istante per istante, prima di tutto dentro di noi, contro le nostre funzioni negative, E’ una lotta “trasformativa” la cui arma principale consiste nella capacità di diventare ogni volta più grandi dei propri fantasmi, delle proprie paure, delle proprie piccolezze. e’ anche una lotta “inclusiva” perché agendo così si include costantemente l’altro nel processo di crescita e di liberazione dalle funzioni oppressive.
Occupandoci di Coltivazioni e di Proibizioni abbiamo scoperto che coltivare una pianta è qualcosa di più che “avere un po di erba da fumare”. E’ un percorso di vita e di costruzione di senso, è un cammino di crescita e di emancipazione. E sicuramente rappresenta uno straordinaria opportunità di connessione con l’armonia che, nonostante la stupidità umana, regna sovrana nell’universo.
La coltivazione di una pianta inoltre annulla le differenze di razza, religione, credo politico, ceto sociale e culturale, come le tappe della vita si fonda su un ordine superiore, su una Legge assoluta e ineffabile.
Abbiamo incontrato persone straordinarie occupandoci di GROWING, persone che sono diventate compagni di viaggio, complici nello sprigionamento della nostra amata pianta, nell’avanzata verso il nostro DIRITTO, verso il giorno non lontano del nostro GANJA PRIDE………………..>*
…e questa è per loro ::::::::::::::::::::::::: >* 😉
“perchè la marijuana fu proibita”
LA VERA STORIA: PERCHÈ LA MARIJUANA FU PROIBITA
La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell’umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall’Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l’80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l’umanità abbia mai fatto uso.
E poi, cosa è successo? E’ successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell’agricultura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.
I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil – Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per formare un’alleanza sufficientemente forte per batterlo.
L’unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un’operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace (“droga del diavolo”, “erba maledetta” ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della cannabis (a sin. la locandina del fim “Marihuana: assassina di giovinezza – Un tiro, una festa, una tragedia”).
La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perchè pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso “Marijuana Tax Act” del 1937, tutt’ora in vigore, non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa: sarebbe stato il genio di Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l’occasione.
Fatto sta che a partire da quel momento Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar, sono tutti marchi originali Dupont), il mercato dell’automobile si indirizzava definitivamente all’uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza.
Al coro di benefattori si univa in seguito il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all’improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della cannabis stessa.
E le “multinazionali” di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, non sono che le discendenti dirette di quella storica alleanza, nata negli anni ’30, fra le grandi famiglie industriali. (Nel caso qualcuno si domandasse perchè mai la cannabis non viene legalizzata nemmeno per uso medico, nonostante gli innegabili riscontri positivi in quel senso).
Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.
Abbiamo fatto l’affare del secolo.
Scritto da Massimo Mazzucco per luogocomune.net
Massimo Mazzucco, regista e giornalista italiano, gestisce dal 2003 il sito web Luogocomune.net, impegnato nella divulgazione di teorie del complotto.
Nel 2011 ha scritto e realizzato il video La vera storia della Marijuana.
Fonte: Luogocomune.net